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Storia

Il Ghislieri è stato sin dalla sua fondazione un attore importante nella storia culturale del nostro Paese

Fondato nel 1567 da papa Pio V (al secolo Antonio Michele Ghislieri), il Collegio Ghislieri è oggi un ente laico che gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Nel corso dei secoli vi hanno studiato personaggi di primo piano della vita culturale, politica ed economica. Dal 1966, con l’apertura della sezione femminile, è diventato il primo collegio universitario misto in Italia e uno dei primi in Europa.

Se all’atto di fondazione il Collegio ospitava ventiquattro studenti scelti sulla base della loro condizione di povertà (a tal punto che si sarebbe dovuto lasciare il Collegio qualora, durante il percorso di studi, si fosse diventati abbienti) e sulle loro qualità morali, nel corso dei secoli il numero dei suoi alunni è aumentato, fino a diventare quello attuale, circa centottanta, con l’arrivo delle prime generazioni di alunne dalla seconda metà del Novecento.

L’autonomia, la laicità, la valorizzazione dell’impegno nello studio sono valori che il Ghislieri ha interpretato, modificato e rafforzato nel tempo.

A questo proposito il Collegio Ghislieri ha subito varie trasformazioni, adattandosi alle più mutevoli esigenze culturali, politiche e educative. Dopo i primi secoli di vita caratterizzati da una relativa continuità di gestione, dal 1771 il patronato del Collegio venne legato a un’autorità statale, passando da quello della famiglia Ghislieri a quello dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria.
A fine Settecento il Collegio vide il suo primo rettore laico: Giovanni Rasori, scienziato e patologo. Il Ghislieri fu trasformato in scuola militare dal 1805 al 1816, tornando Collegio nel 1818 sotto l’egida degli Asburgo, sempre allo scopo di accogliere gratuitamente studenti meritevoli ma di limitate fortune che intendessero frequentare l’Università di Pavia.

Nel 1861, per la prima volta in Italia, venne sancito il principio di ingresso in Collegio come ancora oggi lo conosciamo, basato su prove d’esame; si stabilì inoltre che ai Ghisleriani che si distinguevano in modo particolare potessero essere conferite borse di studio o di perfezionamento in Italia o all’estero. Tuttora il Ghislieri finanzia specifici progetti degli studenti e consente loro di trascorrere periodi in Università e College di tutto il mondo, grazie a una fitta rete di borse di scambio e alla presenza di uno specifico fondo per l’internazionalizzazione.

L’attività del Collegio si interruppe negli anni della Prima Guerra Mondiale, quando venne trasformato in ospedale militare. In quell’epoca travagliata iniziò il Rettorato dello studioso di Diritto Romano Pietro Ciapessoni, che conserverà il titolo fino al 1943. Durante gli anni del Fascismo, Ciapessoni salvaguardò l’indipendenza del Collegio, garantendo una sostanziale libertà agli alunni.

Le basi per ulteriori sviluppi del Collegio furono poste nella breve ma significativa esperienza del Rettore Teresio Olivelli, deportato nel 1943 e ucciso nel lager di Hersbruck nel 1945

Nel 1966 il Ghislieri si aprì anche alle studentesse, diventando uno dei primissimi collegi misti in Europa. Furono questi gli anni del rettorato (dal Dopoguerra al 1979) di Aurelio Bernardi, professore di Storia Romana, che – grazie alla benefattrice Sandra Bruni – attuò questa iniziativa raddoppiando il numero dei posti messi a disposizione ogni anno dal Collegio.

Con Andrea Belvedere (1979-2021), professore di Diritto Civile, il Ghislieri ha visto una costante crescita delle attività e delle iniziative culturali, il rafforzamento dei suoi scambi internazionali e delle iniziative a favore dei dottorandi di ricerca, la partecipazione alla nascita della Scuola Universitaria Superiore IUSS e il restauro di molte parti del Collegio.

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