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Anatomia Humani Corporis

Godefridi Bidloo

Anatomia Humani Corporis

Amsterdam, 1685

L’Anatomia Humani Corporis di Godefridus (Govert) Bidloo è il primo atlante anatomico pubblicato per una platea internazionale dopo il De Humani Corporis Fabrica di  Andrea Vesalio (1543 – 1555). Le 105 splendide immagini che corredano il testo sono incisioni su rame del pittore olandese Gerard de Lairesse e rappresentano sia figure vive sia  cadaveri sezionati (la pelle, le strutture interne del capo, del torace e dell’addome, gli organi riproduttivi maschili e femminili, le fasi dello sviluppo fetale, i muscoli, le ossa). Agli strumenti utilizzati per l’esame e la dissezione dei corpi è riservata particolare attenzione, sottolineando in tal modo gli aspetti meticolosi e manuali del processo. Le immagini di Lairesse, una sorta di meditazione artistica sull’anatomia, trasferiscono nell’illustrazione scientifica la qualità della pittura olandese di natura morta, riuscendo ad infondere un’espressione spirituale alla riproduzione della dissezione. Secondo gli studiosi più recenti, le lastre furono probabilmente incise da Abraham Bloteling (1640-1690), noto per il suo contributo allo sviluppo di una particolare tecnica detta “alla maniera nera”. Ci vollero sei anni per realizzare il libro: tuttavia esso non ebbe il successo di vendite sperato, tanto che l’editore decise di vendere separatamente le tavole proprio per cercare di recuperare parte delle sue perdite. Oggi il centinaio di copie ancora esistenti sono custodite in alcune tra le più importanti biblioteche accademiche del mondo (Oxford, Cambridge, Harvard, Yale, Vassar) che condividono con la Biblioteca del Collegio Ghislieri il privilegio di conservare questo straordinario capolavoro.

La storia editoriale del libro fu tormentata da un evento rimasto agli onori delle cronache: il chirurgo inglese William Cowper pubblicò nel 1698 Anatomy of the Humane Bodies, un testo di anatomia le cui tavole erano proprio quelle eseguite da Lairesse per Bidloo, comprate sul mercato di Amsterdam ed inserite dall’editore londinese a corredo di quel nuovo testo. Ne seguì un’accusa di plagio e una lunga, accesissima querelle, con pubblicazione di feroci libelli polemici da una parte e dall’altra.

GLI AUTORI

Godefridus (Govert) Bidloo, nato il 14 marzo 1649 ad Amsterdam, fu medico, anatomista e poeta. Studiò anatomia nella sua città natale con il famoso Frederic Ruysch (1638-1731) e già nel 1685, appena tre anni dopo la laurea,  pubblicò ad Amsterdam Anatomia Humani Corporis, la sua opera più nota e significativa. Nel 1688 ottenne la cattedra di anatomia e chirurgia all’università de L’Aia e nel 1690 fu nominato direttore del servizio nazionale ospedaliero. Trasferitosi a Londra, nel 1695 Bidloo divenne medico personale di Guglielmo d’Orange, lo Stadtholder dei Paesi Bassi asceso al trono inglese come Guglielmo III. Il re morì tra le sue braccia l’8 marzo 1702. Dal 1694 e sino alla morte, avvenuta nell’aprile 1713, Bidloo tenne la cattedra di anatomia e medicina a Leida; nel 1696 fu eletto membro della Royal Society di Londra. Oltre alle opere di medicina scrisse anche un gran numero di poesie e drammi in versi e tradusse in olandese la Mort de Pompée di Corneille e Les Amants magnifiques di Molière. Fu autore del testo per Cerere, Venere e Bacco del compositore Johan Schenk, la prima opera scritta con un libretto interamente in lingua olandese.

Gérard de Lairesse fu un pittore, incisore, biografo e teorico dell’arte olandese del secolo d’oro. Nacque a Liegi l’11 settembre 1641, figlio del pittore Reinier da cui apprese pittura musica e poesia. Appena sedicenne dipinse ritratti e soggetti storici per gli elettori di Colonia e di Brandeburgo che gli procurarono immediatamente grande fama. Nel 1665 Lairesse si trasferì ad Amsterdam dove, dopo aver inizialmente collaborato con il mercante Gerard Uylenborch, aprì una propria autonoma bottega d’arte. Il grande successo della sua attività di pittore e incisore  gli aprì la strada per commissioni pubbliche e private di rilievo. Lavorò tra l’altro alla decorazione delle residenze dello Stadtholder Guglielmo d’Orange e del teatro municipale di Amsterdam. Nel 1690, divenuto completamente cieco, fu costretto a sostenersi dando lezioni teoriche d’arte, che fece poi riunire e pubblicare in due raccolte: i Grondlegginge ter teekenkonst (Fondamenti di pittura, 1701) e il Groot schilderboek (Il grande libro dei pittori, 1707). In questi testi de Lairesse espone la sua concezione dell’arte pervasa da un intransigente accademismo: in quest’ottica egli giunge a considerare le opere di Poussin assai superiori a quelle di Rembrandt o di Rubens. Lui stesso del resto venne soprannominato dai contemporanei il Poussin olandese. L’artista si spense  ad Amsterdam nel  1711.