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Adelio Terraroli (1931-2021)
Addio ad Adelio Terraroli, memoria del Pci bresciano | Bresciaoggi

In trent’anni, l’evoluzione della prima Repubblica si è svolta davanti ad Adelio Terraroli, nostro Alunno bresciano, che ha esordito giovanissimo in ruoli di dirigenza locale nel Pci e, dopo un lungo passaggio da parlamentare, ha concluso la propria carriera con un decennio da consigliere presso la Regione Lombardia, dal 1980 al 1990. Terraroli è stato deputato alla Camera per tre legislature, dalla V alla VII, coprendo quindi il decennio che va dal 1968 al 1979, tanto decisivo per la storia d’Italia quanto tormentato.

Segretario dell’ufficio di Presidenza della Camera dal 1968 al 1972, fra 1970 e 1974 ha presentato come primo firmatario aveva presentato in Parlamento il progetto di legge per l’istituzione del servizio nazionale per la Protezione civile e quello per l’adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra; ma si è dedicato soprattutto alla valorizzazione del proprio territorio, attraverso progetti sia per l’istituzione del Comprensorio del Garda, sia per l’istituzione dell’Università degli studi di Brescia. Gli atti integrali della sua attività parlamentare si trovano alla pagina dedicata sul sito della Camera dei Deputati.

Il 28 maggio 1974 Terraroli avrebbe dovuto intervenire subito dopo Franco Castrezzati, leader della Cisl bresciana, nella manifestazione sindacale in piazza della Loggia. Non poté mai tenere l’intervento, perché la bomba esplose pochi minuti prima che prendesse la parola.

Appartenente alla corrente migliorista, aveva abbracciato l’impegno politico nelle sezioni camune e bresciane del Pci subito dopo la laurea in giurisprudenza da Alunno del Collegio Ghislieri, di cui era entrato a far parte nel 1951, diventando segretario provinciale del partito già nel 1960: “Facciamo segretario il ragazzino”, era stata la proposta del commissario inviato dalla sede centrale del Pci. Negli anni della spaccatura fra innovatori e tradizionalisti alla ricerca di una via italiana al socialismo, il giovanissimo Terraroli seppe ricompattare il Pci bresciano e conquistare rapidamente la fiducia della segreteria nazionale (erano i tempi di Luigi Longo), diventando parlamentare già a trentasette anni.

Sul dorsetto bresciano del Corriere della Sera, Massimo Tedeschi lo definisce “uno dei grandi vecchi” della politica bresciana, “uno dei leader più stimati” della sinistra, e lo elogia per “una vita lunga, battagliera e battagliata, affrontata con l’arma dell’intelligenza e dell’umanità, con una vena di disincanto che risultava rara e preziosa negli anni degli scontri ideologici che gli toccò vivere”.

Allo stesso Tedeschi, all’epoca a Brescia Oggi, Terraroli aveva concesso dieci anni fa una lunga e toccante intervista, in cui per prima cosa ricordava con soddisfazione gli anni al liceo Arnaldo e la vittoria del concorso d’ammissione al Collegio Ghislieri. Ricostruendo la propria vita dedicata all’impegno politico, raccontava: “Io, per un fatto sentimentale – direi di giovinezza – nasco ingraiano. La rottura fu al congresso del ’64. Ingrao chiese il riconoscimento del diritto al dissenso interno. Sentimentalmente mi entusiasmai. Poi la riflessione mi portò a ribaltare la mia posizione, mi scoprii amendoliano. E rimasi sempre lì”, anche se “Amendola sosteneva che non c’erano amendoliani”. Il termine “miglioristi”, ricordava, “era un’espressione peggiorativa coniata da Ingrao. Stava a significare che noi volevamo cambiare solo la superficie, non la struttura della realtà. Era un modo per trattarci da socialdemocratici”; a conti fatti però Ingrao si mostrava “uno che ti ascoltava sempre, molto comunicativo”. A stretto contatto con Giorgio Napolitano quando il futuro Presidente della Repubblica era diventato responsabile del “lavoro di massa” del Pci, Terraroli si lasciava anche andare a un ricordo di Berlinguer: “Freddo, ti teneva a distanza. Però aveva quella faccia da bambino e gli volevi bene”.

Un ricordo di Terraroli è stato pubblicato anche sul Giornale di Brescia. Nel 2018 la sua città gli ha conferito la prestigiosa onorificenza locale, il cosiddetto Grosso d’oro, ossia la medaglia del Premio Bulloni, e l’allora segretario del Partito Democratico insisté per incontrarlo di persona. Adelio Terraroli si è spento a Brescia il 5 marzo 2021.