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Laurea in tempo e lavoro subito – I vantaggi dei Collegi di merito sui quotidiani

Nel corso di un anno accademico che inevitabilmente vede messa in discussione e profondamente rinnovata la tradizionale frequenza delle lezioni universitarie, i quotidiani italiani stanno dando spazio ai vantaggi che derivano dallo scegliere un Collegio Universitario di Merito, anche al tempo della didattica a distanza.

La stampa si concentra su due dati fondamentali emersi da una ricerca sulla qualità della formazione offerta dalla Conferenza Collegi Universitari di Merito, una associazione di cinquantadue istituzioni d’eccellenza italiane di cui fa parte anche la Fondazione Ghislieri, sia con il Collegio Ghislieri sia con il Collegio Ca’ della Paglia. Si tratta, nello specifico, della percentuale di successo degli alunni dei Collegi di merito sia nel conseguire la laurea sia nel trovare impiego.

Il 97,5% degli studenti dei Collegi di merito trova lavoro a un anno dal conseguimento della laurea: è quasi il doppio della media nazionale, ferma al 50,9%. Inoltre il 95,3% degli studenti dei Collegi di merito si laurea in tempo, contro un 52,7% di media nazionale per le lauree specialistiche e un preoccupante 30,8% di media nazionale per le lauree triennali.

“Il risultato nasce dal modello formativo dei Collegi di merito”, scrive il Sole 24 Ore, “che sviluppa uno specifico programma extracurricolare costituito da corsi, conferenze, laboratori, esperienze di volontariato, tutorato, coaching, visite ad aziende e attività di orientamento al lavoro. Il Collegio diventa così un facilitatore per il potenziamento delle soft skill, quelle competenze trasversali ritenute indispensabili per l’inserimento nel mondo del lavoro”.

“La vita in autonomia e a stretto contatto coi tutor regala quel senso di responsabilità che diventa la fiamma più potente per affrontare l’università con la giusta passione. A impreziosire il tutto ci sono le esperienze all’estero che vedono protagonisti il 17% degli studenti dei Collegi di merito, il doppio rispetto a chi frequenta la semplice università”, aggiunge Libero, che individua le parole d’ordine dei Collegi di merito in “senso critico, capacità di giudizio e scelta autonoma”.

“Intanto la Conferenza dei Collegi Universitari di Merito”, conclude Avvenire, “ha introdotto un diploma digitale, rilasciato attraverso la tecnologia blokchain, che attesta le competenze acquisite dagli studenti nei Collegi grazie alla collaborazione con il Cimea (Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche). Il diploma certifica le competenze non formali (capacità di lavorare in gruppo e secondo obiettivi, attitudine alla soluzione dei problemi, autonomia, abilità nell’organizzazione e nella pianificazione, etc.) acquisite dagli studenti grazie al percorso formativo svolto nei Collegi di merito”.

Sono lusinghiere anche le altre statistiche che emergono da questa ricerca condotta da European House Ambrosetti e i cui risultati sono stati presentati durante l’incontro “Ripartire dal merito” alla presenza del Ministro dell’Università e della Ricerca, prof. Gaetano Manfredi. Fra gli studenti dei Collegi di merito, il 40% vi accede gratuitamente o paga la retta minima; l’88% di quelli che lavorano nel settore privato occupa ruoli di rilievo; il 26,9% intraprende la carriera accademica e, di questa porzione, il 58% diventa Professore universitario.

Quanto al Collegio Ghislieri, le statistiche pubblicate nell’Annuario 2020 dimostrano che nell’ultimo decennio i posti gratuiti sono incrementati al 35%, che sono state concesse 218 borse di studio per l’estero e che sono state conseguite 465 lauree, di cui 430 con lode: una percentuale pari al 92,4%. Non è un caso quindi che proprio il Collegio Ghislieri sia stato indicato come il modello da seguire secondo Valerio Melandri, l’assessore alla cultura del Comune di Forlì, mentre annunciava al Resto del Carlino il progetto per creare nella sua città un Collegio d’eccellenza, “il Collegio dei migliori studenti di ogni facoltà”.